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Castel San Giovanni

Il possente Castello del XIV secolo quasi totalmente intatto con quattro torri angolari ed il torrione dell'ingresso principale.
Il paese antico è tutto dentro alle mura quadrate. Solo dopo la seconda guerra mondiale è stata operata una sconsiderata apertura sul lato est. Le robuste torri-angolari-cilindriche sono ben conservate. Il Castello è del’300 ed è il meglio conservato della piana spoletina. Nei secoli XIV e XI fu fortilizio della famiglia Bitonta o Botontei. Sulla grande porta ad arco è uno stemma cinquecentesco papale (chiavi e mitria triregno), con la scritta:”DOM SPOL.” (Dominio spoletino). Fino alla seconda guerra mondiale il castello era circondato da un fossato. Sulla porta ci sono evidenti tracce dell’antico ponte levatoio. La porta è affiancata da un’altissima Torre Chiomata ad archetti e con Merli Guelfi.

Nell’interno, su un rialzo, è la chiesa dedicata al Santo del sec. XIII, più volte rimaneggiata, con una bella porta cinquecentesca e con affreschi di scuola umbra. Il castello appartenne al territorio della Normannia. Nel 1400 fu occupato da Ugolino IX Trinci. Fino al 1474 era di Trevi. Gli spoletini, approfittando della sede vacante, per la morte di Alessandro VI lo fecero prendere dal venturieroSaccoccio il 15 settembre del 1503, dal momento che il castello si era volontariamente sottomesso l’anno precedente. Giulio II Breve lo ridette a Trevi, al quale egli stesso nel 1474 lo aveva donato, quando era legato a Spoleto. Morto il Papa gli spoletini corsero a riprendere San Giovanni. Ci fu battaglia sotto Trevi, fu distrutta la Torre dei Molini e pure questidevastati ma il castello fu tenuto dai trevani. Nel 1520 Leone X dette l’autonomia al castello.

 



Casa del Comune Restauro del dipinto murale raffigurante: Madonna con il Bambino e santi.


Il dipinto murale è ubicato in una parete delle stanze della casa comunale di Castel San Giovanni. E' delimitato da una cornice rettangolare in finto marmo dai colori giallo ed arancio. Al centro della composizione è raffigurata la Madonna con una grande aureola simile ad un sole che occupa tutta la parte superiore dello sfondo del dipinto. La Madonna è rappresentata nell'atto di sostenere in piedi il Bambino il quale tiene la mano destra alzata in segno di benedizione. Sotto un cherubino ed un paesaggio con un castello di pianura, forse lo stesso castello di san Giovanni. A sinistra la figura intera di san Giovanni Battista, raffigurato vestito in parte con pelliccia e la canna a forma di croce. Dalla parte opposta un santo che tiene in mano un vessillo sorretto anch'esso da una canna. In basso al centro della cornice è tornata alla luce, dopo la pulitura, la data "1653" scritta in nero in caratteri arabi. In alto, visibile anche prima della pulitura, una scritta in nero a caratteri capitali al centro della cornice di difficile comprensione a causa delle numerose cadute di pellicola pittorica. Forse questa scritta conteneva la vera datazione del dipinto mentre l'altra può essere attribuita ad un successivo intervento.


L'immagine è stata dipinta con la tecnica dell'affresco con interventi di rifinitura eseguiti a secco di cui rimanevano purtroppo poche tracce. Stato conservativo La superficie pittorica presentava una diffusa ed omogenea patina bianca dovuta alla presenza di un leggero strato di efflorescenze saline che impediva una buona lettura dell'immagine. Inoltre la reale natura cromatica del dipinto era mutata a causa della presenza di un leggero strato di polvere indurita. I bordi del dipinto, oltre la cornice, non erano ben definiti e nel lato sinistro in basso si apriva una lesione di ampie dimensioni. Schizzi di tinteggiatura erano visibili in vari punti della superficie ed ancor più evidenti le cadute di colore dato a secco. L'integrità del dipinto era minacciata dalla coesione della materia costitutiva e dall'adesione degli strati preparatori al supporto che in varie zone erano completamente distaccati, in particolar modo in corrispondenza del quadro fessurativo.